Il mercato Santo Stefano di Ferrara è parte del tessuto medioevale della città emiliana. Costruito tra il 1958 e il 1960, il mercato sorge in un’area bombardata in una delle 297 incursioni aree avvenute tra il 1943 e il 1945 che provocarono 1070 vittime. L’edificio in cemento armato e acciaio è attribuito, dal direttore dei Musei Civici estensi Gualtiero Medri (1887-1970) e dallo storico dell’arte Lucio Scardino (1957), alla paternità dell’ingegnere Mario Fabbrini e dell’architetto Giovanni Michelucci (1891-1990). È l’epoca in cui in Italia si comincia a dibattere sui metodi attraverso cui recuperare la storia senza scaturire nel mimetismo dei revival della fine dell’Ottocento e in parte anche della prima metà del Novecento.
Giovanni Michelucci è, in modo originale, parte di questo fervore culturale. Il suo studio della natura nelle sue forme e nella sua immagine, il suo sguardo alla storia, l’adeguamento alla morfologia dei luoghi, sono temi progettuali cari e applicati anche al caso del mercato di Santo Stefano.
Per la riqualificazione, la strategia progettuale ha posto enfasi sulle persone e sulla qualità della vita urbana ed attraverso il progetto mira a costruire un’ampia gamma di opportunità per rendere più piacevole lo spazio in cui si vive e si lavora attraverso una progettazione sostenibile. Il progetto architettonico di riqualificazione dell’edificio nasce dall’esigenza di rispettare la funzione di “mercato” della città.
Pertanto, sono stati effettuati interventi conservativi al fine di mantenere le botteghe presenti lungo il perimetro, senza stravolgere l’impianto architettonico. L’area centrale del mercato è stata riprogettata in previsione della possibile installazione di vari box prefabbricati all’interno dei quali fosse possibile espletare differenti funzioni, da quella strettamente commerciale del mercato a quella della ristorazione, oppure poter svolgere entrambe le funzioni in base alle necessità. I box sono pensati in precise posizioni con l’obiettivo di creare percorsi interni e sono intervallati dalla presenza di aiuole poste in appoggio sulla pavimentazione del mercato.
Lo spazio interno è stato reso accessibile anche agli utenti con ridotta capacità motoria. L’area del mercato ha previsto anche interventi di rettifica dei tramezzi presenti sul lato est, la sostituzione dei tramezzi delle botteghe del lato ovest e della portineria posta all’ingresso sud con pareti trasparenti e la realizzazione di un locale tecnico sul lato ovest. Il piano primo ha subito maggiori interventi architettonici con la demolizione degli attuali tramezzi che dividevano il ballatoio dagli uffici e/o ambienti perimetrali al fine di ampliare lo spazio esistente e creare un sistema circolare e multifunzionale tramite la realizzazione di pareti vetrate (predisposte con oscuranti in intercapedine) e/o di arredi mobili.